Recensione a cura della Internationale Jugendbibliothek di Monaco per la selezione The White Ravens 2009


Questo libro contiene ventuno piccole odi (all’aria, all’acqua, alle nuvole, all’albero, alle montagne, alla neve, al sole, alla pioggia, ...), per lodare le meraviglie del mondo che ci è stato dato in custodia. Le poesie sono pensate per convincere i bambini che è necessario preservare il mondo per le generazioni future, e proteggere e accrescere la preziosa generosità della natura. Il poetico, delicato, libro di atmosfera è adatto per essere letto da bambini e adulti insieme, al fine di parlare di fenomeni naturali e per imparare a capirli. Le illustrazioni sottolineano l’importanza del tema.


Recensione a cura di Greenreport, luglio 2008.


La prima definizione di sviluppo sostenibile risale al 1987 ed è contenuta nel Rapporto Brundtland (dal nome della presidente della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, la norvegese Gro Harlem Brundtland): «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni». Altre definizioni seguiranno, i contenuti del rapporto hanno avuto poi conferme e sono seguite anche immense diatribe sul concetto di sviluppo sostenibile che da molti è stato duramente attaccato e messo in discussione. In questo contesto però non interessa. Vogliamo evidenziare invece, nella definizione suddetta, il legame tra bisogni o meglio diritti di chi vive oggi sulla terra e quelli delle generazioni future. Questi diritti, che dovrebbero essere gli stessi, sono governati, influenzati, messi in discussione dalla politica e soprattutto dall’economia che è lungi (almeno attualmente) da poter essere definita ecologica. Il modello di sviluppo attuale basato sull’eccessivo consumo di materia e di energia, causa dei cambiamenti climatici repentini in atto e misurato con un indicatore grossolano come il Pil (prodotto interno lordo), non garantisce certo diritti di base (riserve naturali non rinnovabili) alle generazioni future e mette in crisi anche le generazioni attuali nei soggetti più vulnerabili (i bambini), specialmente nelle aree più deboli (Sud del mondo). L’attenzione, come fanno osservare gli analisti più attenti, va principalmente spostata sulla distribuzione ineguale delle risorse (qualunque esse siano), il vero problema da superare a livello globale. Nel Rapporto Undp sullo sviluppo umano 2006 che aveva per tema centrale la risorsa idrica, si ricorda che più di 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso a servizi igienico-sanitari adeguati, e 1,1 miliardi di persone non hanno possibilità di accedere in modo regolare ad acqua pulita. Ogni anno muoiono di diarrea 1,8 milioni di bambini che fa di questa malattia la seconda maggiore causa di mortalità infantile a livello globale. Bambini che soffrono oggi, bambini che non avranno le risorse di base domani, a causa di decisioni degli adulti, la generazione che attualmente ha il dovere di indicare la “strada”. Le classi dirigenti che influenzano i destini del mondo non dovrebbero mai dimenticare le parole di Alce Nero “La terra non la ereditiamo dai nostri padri ma l’abbiamo in prestito dai nostri figli”; ma gli adulti che sono chiamati a prendere decisioni oggi hanno un onere enorme e non più la scusa di dire “non lo sapevo”, sono anche i bambini di ieri. E qui si afferma l’importanza della formazione delle generazioni a partire dalla prima età evolutiva, quella in cui il livello di apprendimento è più elevato e dove si gettano le fondamenta degli adulti di domani. Responsabilità quindi anche degli educatori di tutti i soggetti pubblici, privati ed associazioni e politiche educative sempre più legate alle politiche ambientali (come riaffermato anche dal DGR 593/2007 della Regione Toscana). E politiche ambientali strettamente connesse alle politiche economiche e sociali come ben sanno i lettori di greenreport. Per tutti questi motivi abbiamo voluto segnalare per la recensione di questa settimana un libro di letteratura per l’infanzia (o meglio di poesia) che tratta, infondendo il rispetto verso gli elementi naturali, i concetti base dello sviluppo sostenibile secondo la cosiddetta regola dell’equilibrio delle tre “E”: ecologia, equità, economia. L’autrice Sabrina Giarratana già vincitrice di molti premi con le sue poesie che tra l’altro sono diventate testimonial di varie associazioni umanitarie compresa Emergency, coglie in “Amica Terra”, ad esempio nella “Filastrocca da uomo a uomo”, anche il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile secondo il suo concetto ampliato come proposto e voluto dall’Unesco nel 2001 nella Dichiarazione Universale sulla Diversità culturale “la diversità culturale è necessaria per l´umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale”. Seppur affrontati in maniera lieve, nel testo si ritrovano anche elementi di “denuncia” come nella filastrocca dell’aria “…Se non ci sei aria mi manchi. E gli occhi miei diventano tristi. Se sei viziata, aria mi stanchi…”. Ma le criticità che sta vivendo la nostra terra “casa è dove tu ti siedi” sono rese evidenti anche in alcune illustrazioni (fondamentali in un libro per i bambini) estremamente curate nei contenuti e sinergiche al testo, di Arianna Papini. Ad esempio nella copertina viene messo in risalto un babbuino dallo sguardo triste. “Amica Terra”, in cui la cadenza della poesia tiene desta l’attenzione anche dei più piccoli, è utile agli adulti per riflettere sui destini del mondo attraverso gli sguardi e le parole interrogative dei bambini. Inoltre il libro è strumento importante per gli addetti ai lavori (insegnanti, formatori, esperti di educazione ambientale), visto che fornisce spunti per molti percorsi di approfondimento, da poter affrontare in via diversificata secondo le età, ma che riconducono al tema a cui ci riportano le parole di Mohandas Karamchand Gandhi “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”.


Recensione a cura di Andersen , Dicembre 2008


Rime naturali

di GIOVANNA RICCOBALDI

"Stelle che guardano me che le guardo
Occhi che brillano e sono un miliardo
Selle che guidano ovunque io vada
Mamme che incontro sulla mia strada
Stelle palline di zucchero a velo
Fiori spuntati nei prati del cielo
Stelle bambine che fanno collane
Dolci fatine di marzapane
Stelle di prima, stelle di poi:
Illuminatemi voi".


Chissà se i bambini di oggi inventano volentieri poesie come facevano quelli di ieri, se hanno diari o quadernetti scritti fitti oppure no, se il tempo libero che gli viene lasciato è tanto esile da far pensare che metter giù parole in rima sia uno spreco che non ci si può permettere. Perché per scrivere poesie, filastrocche o conte ci vuole il tempo che ci vuole, e occorre inoltre una buona propensione all’osservazione e alla riflessione, che va e che viene. Un ritmo di vita slow, insomma, e attività di animazione varie, sia scolastiche che extra, che non succhino via tutta la linfa creativa incanalandola in una- l’ennesima-attività ben circoscritta. Detto questo, quando, da grandi o da bambini, ci si imbatte in una vera artigiana delle rime, come Sabrina Giarratana, l’incontro è foriero di sorprese e di stupori che non si pensava di riuscire più a provare. Nei confronti di temi, poi, che si sarebbero detti già abbastanza saccheggiati da schiere di scrittori e poeti. E così si scopre che ognuno di questi inventori di storie è davvero unico e che le fonti di tante ispirazioni sono ben lungi dall’essere prosciugate. Le 21 filastrocche del libro sono un canto, quasi sacro, intonato in onore della natura declinata in ogni suo nome: vento, pioggia, mare, terra, nebbia e tanto altro. Pagina dopo pagina ad ognuno di essi ci si rivolge attraverso un colloquio a due, anzi a tre, perché ai versi dell’autrice si affiancano, avvolgendoli, le calde e felpate illustrazioni di Arianna Papini. Così ogni nome prende un volto e una forma: la grande risata del cielo di ghiaccio dalla cui bocca escono chicchi di grandine o i capelli scompigliati dal “vento, ventaccio, ventaglio…lama affilata che quasi mi taglio” o, simili a nervature del cielo, le brillanti saette “appuntite come forchette”. Infine, un invito pieno i saggezza che ognuno dovrebbe pacatamente accogliere, pari pari, “Conta il silenzio tra dire e fare…conta il silenzio così com’è per ascoltare anche te”.


Recensione a cura di La nuova ecologia, aprile 2009
Amica Terra di Sabrina Giarratana , illustrazioni di Arianna Papini di TITO VEZIO VIOLA


“ Terra che guidi e accompagni i miei passi/Terra farina, terra di sassi” è l’inizio della prima serie di versi di Sabrina Giarratana. Ventuno filastrocche dal sapore antico come le parole che si rincorrono, ma capaci di esprimere tutta la modernità poetica della declinazione multiforme dello sviluppo sostenibile. Dalle nuvole all’acqua, dal vento al sole, i versi rileggono gli elementi della natura attraverso la metafora poetica, e per questo sono capaci di andare a scovare anche i significati profondamente scientifici e rigorosi, amplificati da immagini ricche di sguardi di ogni tipo, lanciati da occhi di oni tipo. Come a dire che la sostenibilità è fatta anche da poesie che scoprono aspetti profondi e punti di vista originali e spiazzanti.

Recensione a cura di  libribambinifantasia.blogspot.it, dicembre 2011


Nelle opere di Sabrina Giarratana, scrittrice e poetessa bolognese, il viaggio è spesso il fulcro centrale intorno a cui si sviluppano storie, filastrocche e poesie. Un viaggio per conoscere e porsi in relazione con l'altro, per imparare a rispettare la terra e le sue risorse, per convivere insieme senza barriere e pregiudizi. Parole e pensieri riescono così ad evocare immagini, colori, sapori e odori che, superando confini e limiti, ci conducono alla scoperta di terre lontane, creano legami e sentieri da seguire con lo sguardo e con la mente. Attraverso 21 filastrocche che hanno per protagoniste le meraviglie del creato e i suoi elementi (aria, acqua, nuvole, sassi, nebbia, neve, sole, stelle, onde ..), AMICA TERRA in particolare tocca temi complessi e sempre più importanti come quello dello sviluppo sostenibile la cui filosofia di base ruota attorno a quella che viene definita regola delle tre E "ecologia, equità, economia". Riprendendo le riflessioni di Greenreport, che nel 2008 ha curato un'attenta recensione del libro, testo e immagini invitano grandi e piccini al rispetto della natura e delle sue creature, sottolineando l'importanza della "diversità culturale", considerata il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, secondo il concetto ampliato e rivisto nel 2001 dall'UNESCO: “la diversità culturale è necessaria per l´umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale”. (Greenreport). Proprio sul piano della diversità  è importante iniziare a riflettere per comprendere come la ricchezza del mondo debba essere protetta e preservata mettendo in atto nuovi modelli comportamentali condivisi e sostenibili. Un viaggio attraverso le rime che vuole dunque essere un omaggio alla natura in ogni sua forma ed espressione, ma anche un monito per grandi e piccini per non dimenticare che ciò che abbiamo è un bene prezioso da curare e preservare. E come già sottolineato, ognuno di noi ha la responsabilità di farlo nel mondo migliore possibile, condividendo i doni che ci offre e convivendo pacificamente con ogni creatura che proprio dalla terra trae origine e rifugio. Parole e immagini poetiche danno voce alle ricchezze delle natura e ne denunciano i soprusi: la Terra depositaria di storie e memorie, dimora di ogni nazione; la pioggia che scende, che accarezza e pulisce; l'albero che unisce la terra e il cielo, ma che rischia di essere abbattuto per sempre; l'aria indispensabile per sopravvivere, ma che purtroppo se inquinata dannosa e pesante; il mare con le sue acque pronte a donare e ospitare la vita; le antiche montagne rugose dalla cui vetta osservare le meraviglie che ci circondano, i sassi di cui la terra è fatta, millenari e dai mille volti; le nuvole matte che attraversando il cielo ci regalo percorsi immaginari con cui sognare; ... l'uomo a cui il testo si rivolge perché possa ricordare che il suo ruolo nel mondo, terra di tutti senza distinzione di razza e di colore, è quello di guardiano e difensore,"(...) Una è la terra, una e di tutti. Alberi, uomini, pesci e frutti. E nella terra ciascuno ha il suo posto. Difendi il tuo a qualunque costo. E se ti perdi e non sai dove andare tu segui sempre la strada del cuore (...)". Un inno alla vita e un messaggio speranzoso per il futuro perché tu "Uomo che stai venendo al mondo" possa amare sempre "con cuore profondo".